
MUSEO
Il Museo di Arti Sanitarie e Bioetica “Elio Sgreccia”, sorto presso l’ex Convento dei Cappuccini di Gaeta, in collaborazione con la Asl di Latina e l’Associazione Oltre l’Orizzonte APS, accoglie strumentari medici che illustrano le pratiche sanitarie di un tempo e rappresentano un luogo “privilegiato “per studenti e visitatori interessati alla storia della medicina. Uno spazio è dedicato alla medicina monastica con un erbolario ben fornito e alla storia di questo luogo.

ISPIRAZIONE
L’idea del Museo nasce dall’assunto che la medicina e quindi chi la esercita non può e non deve unicamente acquisire un sapere tecnico basato sui progressi delle nuove tecnologie diagnostiche , buone pratiche, biotecnologia, informatica senza prescindere dalla componente etica, nasce dal desiderio diffondere la cultura e delle arti sanitarie, della storia della medicina, chirurgia, e sanità e connessa alle implicazioni bioetiche che tale arte genera.
Il progetto, infatti, unico nel suo genere è quello di affiancare alla rappresentazione dell’evoluzione tecnica delle arti sanitarie il parallelo sviluppo del sapere bioetico cioè delle indagini speculative sui problemi etici e morali che emergono in campo medico e biologico e che spesso sono visti “separati” dalla storia della medicina.
La medicina, invece, nel suo operare viene a toccare tematiche quali il dolore, la morte, la dignità dell’uomo, il valore e il senso della ricerca scientifica, ed è pertanto necessario presentare accanto al progresso tecnologico anche le istanze filosofico antropologiche che sono emerse nel corso degli ultimi decenni.
Il Museo di Arti Sanitarie e Bioetica “Elio Sgreccia”, sorto presso l’ex Convento dei Cappuccini di Gaeta, in collaborazione con la Asl di Latina e l’Associazione Oltre l’Orizzonte APS, accoglie strumentari medici che illustrano le pratiche sanitarie di un tempo e rappresentano un luogo “privilegiato “per studenti e visitatori interessati alla storia della medicina. Uno spazio è dedicato alla medicina monastica con un erbario ben fornito e alla storia di questo luogo.
Un’ampia biblioteca raccoglie numerosi volumi e anche dei pannelli illustrativi che descrivono i principi fondamentali della bioetica e dei suoi sviluppi in ambito sanitario, sottolineando il ruolo e l’importanza delle Health Humanities. Uno spazio è anche dedicato alla storia dell’antico convento cappuccino che ospiterà tale centro museale e allo sviluppo della medicina monastica e dell’utilizzo delle piante officinali.
Lo scopo dell’iniziativa è quello di migliorare ed amplificare la percezione verso la bellezza e la scienza e la riflessione da parte di chiunque entri in contatto con un sistema complesso che integra templi della scienza, con antichi chiostri e chiese, fondendole nella dinamica storica della ricerca della salute.
IL percorso museale si snoda su 6 tappe fondamentali:
1. Storia del convento attraverso i vari secoli e le diverse destinazioni d’uso della struttura.
2. Utilizzo delle erbe officinali nel corso dei secoli, il loro ruolo nella farmacopea medievale sviluppata in ambienti
conventuali e esposizione di erbe officinali essiccate.
3. Una esposizione di strumenti medici.
4. Schede illustrative sull’evoluzione e sviluppo della scienza bioetica.
5. Spazio biblioteca con un’area dedicata alla medicina e una alla bioetica.
6. Sala didattica con proiezioni di documenti legati ai temi illustrati.

EX CONVENTO DEI CAPPUCCINI
Salita cappuccini
04024 Gaeta (LT)
Tel.
Every Wednesday from 3pm to 4pm
Sede e storia del convento
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Il progetto viene proposto per la realizzazione all’interno di spazi presenti nel ex convento dei cappuccini in Gaeta costituito da un imponente edificio quadrato che fiancheggia la chiesa conventuale dedicata a Sant'Antonio da Padova. L'intera struttura è preceduta da un'ampia rampa che conduce al chiostro esistente ancora su tre lati. I vani, sulla destra, che un tempo costituivano l'unica navata della chiesa, sono opera dello stravolgimento strutturale avvenuto negli anni in cui, a partire dal 1869, l'edificio venne utilizzato per uso scolastico dopo la soppressione (1866). Anticamente attorno al chiostro si sviluppavano gli ambienti riservati alla vita comunitaria (sala consiliare, refettorio, ecc.). Al piano superiore si trovavano, invece, le celle dei frati ed altri vani di uso conventuale. Al centro del chiostro vi era un puteale fiancheggiato da quattro pilastrini reggenti la cupola. Sotto la chiesa i vani cimiteriali. La facciata del convento è lineare con due ordini sovrapposti di finestre. Sul prospetto della chiesa, leggermente più avanzato rispetto al resto del convento, sono visibili ancora le tracce dei due spioventi di colma portati a forma orizzontale dal restauro ottocentesco e un balcone (non d'epoca) nel luogo dove vi era il rosone. Un grande fornice, nella parte inferiore, dava accesso alla chiesa.
I Cappuccini erano presenti a Gaeta dal 1545; prima nel convento di S. Martino, abbandonato dai Certosini, poi nella chiesa dei Santi Sebastiano e Rocco. Di li si trasferirono sull'istmo di Montesecco, nelle prossimità della cinta fortificata della città, da dove si allontanarono nel 1750 per costruire un nuovo edificio sulla collina che prese il loro nome. Il convento, che fu sede dell'Istituto Tecnico Nautico dalla fine dell'Ottocento al 1960, venne abolito nel 1866 e subì una radicale trasformazione strutturale a seguito della nuova destinazione d'uso. In esso vi trovarono alloggio l'Istituto Nautico, la Scuola Media, L'Istituto Professionale per le Attività Marinare e le Scuole Elementari. Il complesso, dedicato a Sant'Antonio da Padova, era stato concepito secondo la tipologia architettonica conventuale, intorno ad un ampio chiostro quadrato, con portico sostenuto da archi a tutto sesto in muratura. Attualmente il chiostro (parte più cospicua dell'edificio) è privo del lato a ridosso del nuovo ospedale. Danneggiato nei vari assedi, durante l'occupazione dei piemontesi (1860-61) venne utilizzato per scopi militari e, durante le pestilenze, a lazzaretto. Verso la fine dell'800 subì una prima ristrutturazione per uso scolastico e la chiesa fu divisa a due livelli per ricavare la palestra, nella parte inferiore, e le aule, in quella superiore.
Il complesso anticamente era raggiungibile solo dalla lunga scalinata (che partiva da via Indipendenza) e dalla stretta via collinare che si innestava ai sottostanti rioni Orticello e Mulino. Oggi la collina è attraversata dalla statale Flacca che ne ha rotto lo storico isolamento.